Baìo festa di libertà : si svolge nei giorni 12, 19 e 23 Febbraio 2017
Baìo 2017
La Baìo è un’antica festa alpina che affonda le sue radici in tempi remoti, in cerimonie primaverili di propiziazione dei nuovi raccolti con le quali si salutava il ritorno della “luce” dopo i bui mesi invernali.
La festa, attraverso i diversi periodi storici, si è andata caricando di nuovi simboli che si sono sovrapposti ai precedenti fino ad assumere la struttura attuale.
Una tradizione, consolidatasi in tempi relativamente recenti, ma che si è radicata profondamente nell’opinione popolare, indica la Baìo come un ricordo, una rievocazione storica delle incursioni di predoni saraceni che verso l’anno mille, provenienti dalle coste della Provenza, avrebbero terrorizzato la valle: la popolazione locale, insorta in armi, avrebbe liberato la propria terra da questo pericolo.
Di certo la Baìo è considerata dalla gente del luogo come una festa di libertà, di unione e di pace, caratteristiche senza le quali non avrebbe ragione di esistere.
Anche il grido “Baìo” che i protagonisti lanciano spesso durante la sfilata e che diventa sempre più frequente e più sentito con l’approssimarsi della conclusione della festa è un “inno” alla libertà, che contagia e coinvolge lo spettatore, rendendo la Baìo un momento veramente comunitario.
Il termine Baìo, accezione occitana equivalente a “ABBADIA”, tra le sue origini da “ABBAZIA “ o “BADIA”, denominazione delle associazioni giovanili tardo medioevali che avevano lo scopo preminente, almeno in valle, di organizzare feste comunitarie.
Oggi, con il termine Baìo, s’intende sia la festa in sé sia il gruppo dei partecipanti.
La Baìo si svolge ogni cinque anni ed è composta da quattro gruppi o Baìe: quello del capoluogo (Piasso) e quelli delle frazioni di Villar, Calchesio e Rore.
Ciascuno è formato da un certo numero di coppie di personaggi, di cui alcune compaiono solo in un determinato gruppo.
I costumi di personaggi identici, ma appartenenti a Baìe diverse, possono presentare particolarità di un certo rilievo, caratterizzando così in modo marcato il gruppo di appartenenza.
L’elemento fondamentale dei costumi è rappresentato dai nastri di seta (BINDEL) che ornano e impreziosiscono abiti e copricapo, determinandone l’originalità.
Tutti i partecipanti sono uomini, anche coloro che interpretano personaggi femminili.
La manifestazione si svolge in due domeniche consecutive e nel seguente giovedì grasso.
La prima domenica la Baìo di Sampeyre riceve la visita di quella di Calchesio, mentre Rore e Villar circoscrivono il loro territorio.
La seconda domenica è il giorno di un imponente evento comunitario, infatti le Baìe di Calchesio, di Villar e di Rore si recano nel capoluogo per unirsi a quella di Piasso.
L’incontro degli Abà, i capi supremi dei quattro gruppi, è un momento di grande solennità che si compie con l’incrociarsi delle spade in segno di saluto e di benvenuto.
Il giovedì grasso la festa è caratterizzata, alla fine della giornata, dai processi: ogni gruppo giudica il proprio tesoriere accusato di furto ai danni della comunità, ma la sentenza emessa nei confronti dell’accusato non è la stessa in ogni Baìo.
Baìo di SAMPEYRE
Nel CAPOLUOGO (Piasso) la sfilata è aperta dai Cavalìe (cavalieri), che simboleggiano, secondo la tradizione locale, la cavalleria dell’esercito valligiano, impegnata nella cacciata dei Saraceni.
Seguono le Sarazine, i più piccoli partecipanti alla Baìo, bambini incaricati di sorvegliare le mosse dei nemici e di segnalarne gli spostamenti sventolando fazzoletti bianchi.
Le Segnurine (signorine), bambini più grandicelli, rappresentano le fanciulle della comunità, libere di uscire senza pericoli tra la folla.
Viene quindi il gruppo dei Tambourin (tamburini) che scandiscono la marcia al rullo di tamburi.
I Sapeur (zappatori), dalle folte barbe e armati di scure, hanno il compito di abbattere le barriere lasciate dai Saraceni in fuga.
I Grec (Greci), che avanzano fumando lunghe pipe, rappresentano i prigionieri dei Saraceni che, liberati dai valligiani, si uniscono alla festa popolare.
Gli Escarlinìe (scampanellatori) costituiscono la fanteria dell’esercito valligiano addestrata a combattere con pesanti mazze ferrate, che ora sono nascoste sotto una cascata di nastri e sonagli (escarlin).
Gli Espous (sposi) indossano l’abito tradizionale della valle, completato per l’occasione dall’aggiunta di nastri.
I Signouri (signori) rappresentano i benestanti del luogo, liberi, al pari degli sposi, di passeggiare per il paese.
I Sounadour (suonatori) accompagnano il corteo suonando antiche musiche da ballo e animano le danze in alcuni momenti della sfilata, in piazza e, la sera, nei locali del paese.
A questo punto incedono gli ALUM ovvero lo STATO MAGGIORE della Baìo, la cui divisa ricorda quella dell’esercito napoleonico. Essi rappresentano il gruppo dirigente della Baìo, così formato:
Segretari (segretario), con il libro che racchiude gli atti ufficiali, Tezourìe (tesoriere), con la borsa contenente il tesoro della comunità, i due Abà, la massima carica della Baìo, i due Portobandiero (portabandiera), recanti la bandiera della Baìo e i due Tenent (tenenti), che rivestono il primo grado dello stato maggiore.
Ogni ALUM è scortato da una guardia del corpo, l’Uzuart (ussaro), dal singolare alto cappello a forma di mitra, ornato da uno specchio e da nastri che scendono lungo la schiena in gran quantità.
Seguono i Moru (Mori), che simboleggiano i prigionieri dei Saraceni, liberati, al pari dei Grec, dall’esercito valligiano, e i Turc (Turchi), cioè i Saraceni fatti prigionieri, che avanzano incatenati.
Non occupano un posto fisso nella sfilata i Cantinìe (cantinieri) ovvero le truppe addette al vettovagliamento, il cui compito consiste nel rifornire di vino i partecipanti e gli Arlequin (arlecchini), forse la figura che più ha mantenuto caratteristiche arcaiche. Questi ultimi recano in mano code di scoiattolo o finti topi che agitano davanti agli spettatori per proteggere il corteo; indossano abiti volutamente trasandati e un cappello ornato da gusci di chiocciole. In questo personaggio è possibile riconoscere un’antica divinità presente nei riti di propiziazione primaverile.
Chiude la sfilata la coppia del Viei (il vecchio) e della Vieio (la vecchia), che indossano abiti più antichi e più dimessi rispetto a quelli degli sposi, a simboleggiare l’età avanzata; nonostante ciò, recano in una piccola culla un figlio in tenera età, messaggio di speranza dalla vita che continua.
Baìo di CALCHESIO
Il corteo di CALCHESIO (Chuchèis) si apre con i Cavalìe, in divisa color verde, seguiti dal Tambur Majour, che avanza, solo, al centro della strada, reggendo una lunga asta ornata da nastri e coccarde, con la quale segna il tempo.
Seguono le Sarazine, le Segnurine, i Sapeur, i Sounadour, i Grec, gli Escarlinìe, gli Spous. Quindi incedono gli ALUM, formati da due Tenent, due Portobandiero, i due Abà, lu Segretari e lu Tezurìe, tutti scortati dagli Uzuart. E’ poi la volta del Viei e della Vieio, l’anziana coppia di sposi, mentre i Cantinìe dissetano i protagonisti della sfilata e gli Arlequin tengono a bada la folla degli spettatori.
Baìo di RORE
Aprono il corteo di RORE (Roure) le Sarazine seguite dai Sapeur, dalle Segnourine, dagli Espous (una sola coppia che avanza all’interno della sfilata, affiancata da Uzuart), i Sounadour, i Grec, i Tambourin, gli Escarlinìe, armati di mazze inghirlandate da rami di edera.
Essi precedono lo STATO MAGGIORE, composto da due Tenent, due Portobandiero, due Abà, lu Segretari e lu Tesurie. Ogni ufficiale è scortato da una guardia del corpo, l’Uzuart.
Seguono i Signouri e lu Viei con la Vieio. Anche in questo corteo i Cantinìe e gli Arlequin non hanno una posizione fissa.
Baìo di VILLAR
Il corteo di VILLAR (VILA’) è aperto dal Tambur Majour, che, come nella Baìo di Calchesio, avanza solo al centro della strada. Lo seguono le Sarazine, le Cantiniere, la Timbalo ovvero il suonatore di grancassa, presente soltanto in questo gruppo, i Sounadour, i Tambourin, gli Escarlinìe, i Sapeur, gli Espous, i Signouri e lo STATO MAGGIORE, i cui Tenenti, Portobandiero e Abà sono scortati, come nelle altre Baìe, dagli Uzuart, mentre la scorta dei due Tezourie è costituita da due Granatìe (granatieri), ai quali spetta, dopo il processo, l’esecuzione di morte dei Tesorieri.
Anche in questa sfilata compaiono i Cantinìe, lu Viei con la Vieio e gli Arlequin.
Via Vittorio Emanuele II°, 33, 12020 Sampeyre CN, Italy
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